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Radicalizzazione

La società che vede nascere movimenti terroristici di natura neofascista o matrice comunista è una società in cui la politica ed in modo particolare la discussione politica ha un ruolo di prima importanza.

La mobilitazione politica, la partecipazione a cortei, manifestazioni, occupazioni in alcuni casi producono esperienze totalizzanti di cui al giorno d’oggi risulta molto difficile la comprensione. In molte delle biografie di coloro che hanno scelto la clandestinità emergono tratti simili: apprendistato politico precoce alimentato attraverso una certa memoria (familiare) della Resistenza partigiana e, in seguito, sviluppatosi all’interno del movimento del 1968. Occorre tuttavia sottolineare che il passaggio 1968 – formazioni politiche extraparlamentari – clandestinità non è per nulla lineare né meccanico.

<<Troppo giovani per essere stati coinvolti nelle prime fasi del ciclodi protesta della fine degli anni sessanta, i militanti della seconda generazione del terrorismo erano stati socializzati alla politica in quei gruppi che avevano avuto origine nella crisi della Nuova sinistra>>¹

Vi era un’opinione pubblica che non incitava certo alla lotta armata ma che d’altro canto sembrava talvolta approvare alcune azioni dei brigatisti. Vi erano situazioni simili in Germania ed in Irlanda.

Vi era quindi l’idea che qualcosa potesse cambiare anche in Italia. Un’ idea che si è quindi radicalizzata e che è diventata esperienza di vita totalizzante.

¹ Donatella della Porta Il terrorismo di sinistra, Einaudi, 1990, p. 140

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