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Gambizzazione

<<Quando il bersaglio è in piedi, per prima cosa bisogna sparargli un paio di colpi a caso, nelle gambe, perchè cada. Si aspetta che cada perchè se si spara mentre cade ci sono buone probabilità di ammazzarlo . [...] A quel punto non si deve riprendere a sparare subito: bisogna girargli attorno di 90 gradi ...>> ¹

Queste dichiarazioni di Peci, riportate da Alessandro Orsini nel libro “Anatomia delle Brigate Rosse” sintetizzano tutta la forma mentis dei brigatisti: non si spara a caso, non è sempre necessario sparare per uccidere e soprattutto bisogna limitarsi a eseguire gli ordini. Il progetto viene prima della persona.

La strategia delle B.R. si discosta in pieno dalla strategia della tensione messa in atto dai neofascisti. Il loro obbiettivo non era quello di colpire “nel mucchio” bensì attaccare i simboli del sistema. Si colpiva quindi la divisa e non la persona che la indossava e vi era dunque una spersonalizzazione dell’avversario politico, visto solo più come un ostacolo da eliminare.

 

¹Alessandro Orsini, Anatomia delle brigate rosse le radici ideologiche del terrorismo rivoluzionario, Rubettino Editore, 2009, p. 127

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